MENINGOENCEFALITI AD EZIOLOGIA SCONOSCIUTA

Canine meningoencephalitis of unknown aetiology (MUE)
Le malattie infiammatorie del Sistema Nervoso Centrale sono un gruppo estremamente eterogeneo di affezioni distinte in meningiti, encefaliti, meningoencefaliti (ME) a seconda che siano coinvolti rispettivamente meningi, parenchima cerebrale, entrambi.
Possono essere di natura infettiva o ad eziologia sconosciuta, queste ultime forme comprendono la Meningoencefalite Granulomatosa (GME), la Meningoencefalite Necrotizzante (NME) e la Leucoencefalite Necrotizzante (NLE), le quali differiscono tra loro per distribuzione topografica delle lesioni e per specificità di razza colpita e, viceversa, sono tutte accomunate dall’assenza di una causa nota e dalla verosimile patogenesi immunomediata.
La NME si sviluppa maggiormente nel Carlino, Maltese e Pinscher e le lesioni interessano indistintamente sostanza bianca, sostanza grigia e le meningi del cervello anteriore; la NLE, più frequente negli Yorkshire, provoca alterazioni quasi esclusivamente a carico della sostanza bianca del prosencefalo e del tronco encefalico; infine, la GME, tipica delle razze toy, può essere focale (unica massa occupante spazio), disseminata (lesioni multiple), oculare (coinvolgimento di chiasma e nervo ottico).
Non è possibile fare diagnosi ante-mortem delle singole forme istopatologiche ma solo elaborare un sospetto diagnostico sulla base dei dati clinici e di quelli forniti dalle tecniche diagnostiche di imaging (TC, ma soprattutto Risonanza Magnetica) e dall’analisi del liquor cefalorachidiano.
I deficit neurologici riscontrati variano a seconda della regione neuroanatomica coinvolta, l’animale potrà presentare deficit prosencefalici (alterazioni della propriocezione cosciente, della risposta alla minaccia, andatura compulsiva), anomalie a carico del Tronco Encefalico (deficit dei nervi cranici, atassia, alterazioni del sensorio), ecc.
Il trattamento di prima linea è l’immunosoppressione, tenendo conto del fatto che si presume che le MUE siano patologie indotte da fenomeni infettivi eliminati rapidamente ma responsabili dell’attivazione di una risposta immunitaria abnorme e distruttiva.
Farmaco d’elezione è il prednisone, utilizzato da solo o in combinazione con altri agenti immunosoppressivi, in particolar modo con la Citosina Arabinoside. Durante la terapia, è opportuno monitorare, mediante esame emocromocitometrico, la funzionalità midollare, potendo essa venir soppressa da tali farmaci.
La prognosi è estremamente variabile e sono possibili le recidive che vanno affrontate con un approccio aggressivo e polifarmacologico.

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